L’intervento di sternotomia mediana durante cardiochirurgia, viene eseguito in anestesia generale per la sostituzione delle valvole cardiache, trapianto di cuore, by pass aorto coronarici.
Lavorando per molti anni in una riabilitazione cardiologica, mi sono occupata per molto tempo della gestione clinica di questi pazienti.
Al termine del periodo riabilitativo, notavo che se, da una parte, erano guariti dal punto di vista clinico e fisico, dall’altra presentavano un’incapacità nel tornare a “riascoltarsi”, a “respirare” ed anche solo a toccare la loro ferita.
Per paura di sentire il dolore non solo fisico ma psicologico, di affrontare il trauma subito a causa di una patologia come l’infarto o lo scompenso cardiaco.
Per cui organizzavo corsi di yoga per insegnar loro a “risentire il loro cuore” e a ricondurli dentro di sé, lentamente, perché hanno paura.
Perché è molto meglio colpevolizzare l’esterno di ciò che si è o si ha.
Per cui il mio compito di cardiologo è molto arduo: da un lato questi pazienti vogliono porre fine al loro disagio, dall’altra sono spaventati nel farlo perché la paura è più forte.
Spesso preferiscono dopo questi eventi prendere di continuo antidolorifici anche quando magari non vi è bisogno o antidepressivi.
È più facile rimanere “scollegati” dal resto del corpo e non sentire, più facile non toccarsi la ferita e respirare superficialmente che rischiare di sentirla troppo.
Il respiro superficiale inoltre attiva solo la muscolatura della parte alta del corpo aumentando quei piccoli dolori trafittivi tipici della contrattura della muscolatura para vertebrale e costale.
Ma come aiutarli?
Innanzitutto insegnando loro nuovamente a respirare e a cercare di entrare e restare nel disagio e, per farlo dovremmo prima sperimentarlo dentro di noi: rimanere e restare nelle situazioni scomode, che ci fanno male per poi respirarci dentro affrontandole e andare avanti.
Anche perché, in una società dove viene insegnato a non piangere, a non liberare le nostre emozioni a non manifestare la propria coscienza interiore, questo disagio è diffuso, palpabile, in ognuno di noi.
In fondo in questa società, siamo tutti ammalati di Cuore.
Articolo a cura della Dottoressa Roberta Raco, Cardiologa