La fibrillazione atriale è la causa più comune di ictus embolico e la più comune aritmia cardiaca: colpisce infatti il 1-2% della popolazione e questo valore è in aumento.
È caratterizzata dall’anomala e irregolare contrazione della parte superiore del cuore (atri) con la possibile formazione di coaguli, che, entrando in circolo possono causare ictus.
Le cause sono diverse: malattie del cuore come ischemia cardiaca, patologie valvolari, scompenso cardiaco, ipertensione arteriosa o vi sono condizioni predisponenti come alcuni fattori di rischio tra cui: anzianità, ipertensione arteriosa, fumo, sovrappeso, abuso di alcol, farmaci come i diuretici, apnee notturne, problemi alla tiroide, perdita di potassio.
I sintomi principali sono l’affanno, la sensazione di battito irregolare e il cardiopalmo talora intenso, vertigini fino alla perdita di coscienza, affaticamento, dolore al torace.
A volte alcuni pazienti sono asintomatici.
Come diagnosticarla?
Se si avvertono questi sintomi, il medico invierà dal cardiologo che eseguirà un elettrocardiogramma, un ecocardiogramma, un holter cardiaco che potranno porre diagnosi.
Se invece il paziente è asintomatico, se si è in presenza di fattori di rischio come quelli suddetti sarà opportuno eseguire una periodica valutazione cardiologica.
Articolo a cura della Dottoressa Roberta Raco, Cardiologa